La pedagogia è la medicina preventiva, poiché là dove le forze di crescita e sviluppo corporee non vengono disturbate da anticipazioni intellettuali, sentimentali o della volontà, il corpo si sviluppa sano.

Se l’insegnante ha il compito di educare il bambino ponendo attenzione alla sua progressiva crescita, alla sua progressiva autonomia con uno sguardo verso il futuro, affinché vada incontro ad esso, qualsiasi esso sia, dotato della forza e della solidità per poterlo affrontare (senza anticipare i tempi di sviluppo, senza accelerare l’apprendimento, ma portando incontro all’uomo in divenire ciò che può veramente comprendere e fare suo nell’entusiasmo, nella meraviglia e nella fiducia per l’adulto e per il mondo), il medico scolastico si occupa di salvaguardare la salute del bambino, rinunciando, proprio in quanto medico scolastico ad un intervento terapeutico con farmaci (seppur di origine naturale), ma consegnando agli insegnanti e ai genitori ciò che lui osserva della costituzione del bambino cui sottende la funzione e la struttura degli organi. Lo sguardo del medico scolastico quindi non è verso il futuro, ma verso ciò che si è già formato, cioè il passato. Inoltre compito del medico è “curare” lo sviluppo e la crescita del collegio degli insegnanti e portare anche ai genitori, tramite la “cura” del programma culturale, informazione e consapevolezza sui metodi pedagogici.